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beagle per esperimenti
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beagle per esperimenti
Beagle per esperimenti
ChiudereMorini.net chiede la chiusura dell'allevamento di cani destinati agli esperimenti scientifici
La vicenda dei cani di razza Beagle allevati in Emilia Romagna e destinati ai laboratori scientifici di mezza Europa è ormai nota. Ne parlano da qualche mese tg e giornali. Tutto è nato dopo che a Bolzano la polizia ferma un carico di 56 cuccioli di Beagle diretti ad Amburgo, provenienti dall'allevamento Morini di San Polo D'Enza, in provincia di Reggio Emilia.
Gli animali "da laboratorio" sono in cattive condizioni igieniche e avrebbero documenti di accompagnamento falsi. Su quest'ultimo punto la magistratura sta indagando, ma a quanto sembra i veterinari giunti sul posto hanno notato incongruenze fra l'età dichiarata degli animali e la documentazione. Da questo episodio nasce un movimento spontaneo sul territorio e anche online che mira alla chiusura della Morini per colpire, a livello più ampio, la vivisezione. O meglio la "sperimentazione sugli animali" come si dovrebbe chiamare più scientificamente.
Nel frattempo un furto di 99 cani dallo stabilimento di San Polo viene rivendicato dal Fronte di liberazione degli animali, l'Alf e la vicenda torna su tutti i quotidiani. Su internet invece la passione per i beagle è alimentata da una catena di Sant'Antonio via mail nella quale si offrono in regalo i cuccioli di una cagnetta prolifica.
L'interesse è alto quando nasce il sito ChiudereMorini.net che diventa punto di riferimento di varie associazioni animaliste. Un sito che non è piaciuto alla titolare dell'allevamento emiliano. Giovanna Soprani, vedova Morini, sentita telefonicamente, è infuriata ma molto disponibile a dire la sua. In seguito al movimento d'opinione, la principale fonte di guadagno della propria attività è messa in pericolo da una legge regionale che vieta in Emilia Romagna l'allevamento di animali destinati alla sperimentazione. Se la prende con gli animalisti e si chiede come mai è stata colpita soltanto la sua ditta, quando in Italia non è l'unica ad allevare animali e a rivenderli alle multinazionali farmaceutiche: «Lavoriamo dal 1953. Questa legge che ha fatto la Regione Emilia Romagna non è contro la vivisezione, ma serve solo ed espressamente per chiudere Morini. I nostri concorrenti che lavorano fuori dalla regione a 150 chilometri da noi continuano a fare il loro lavoro. Quello che ci salva in questo momento è la possibilità di venderli per la caccia e come animali da compagnia».
Signora Soprani, cosa pensa della sperimentazione sugli animali? «Intanto diciamo che la vivisezione non si fa dal 1932. È un termine che usano per fare leva sull'emotività della gente. Le ditte farmaceutiche e gli istituti di ricerca devono fare sperimentazione perché lo Stato glielo impone. Non possono mettere in commercio le medicine se non sono state provate sugli animali. In Italia esiste una legge che regola gli esperimenti sugli animali che è una delle più dure che ci siano. Nei laboratori e nei centri di ricerca di ricerca ci sono addirittura comitati etici che studiano il benessere degli animali. Questo però la stampa non lo dice».
Matteo Tettamanti è un consulente scientifico del Coordinamento per la chiusura dell'allevamento Morini, un chimico che cura la parte tecnico-scientifica nella documentazione sulla sperimentazione sugli animali: «ChiudereMorini nasce dall'opinione pubblica è un movimento spontaneo. Al punto che la manifestazione dell'8 dicembre era stata osteggiata dalle maggiori associazioni animaliste d'Italia, la Lav e altre: non si capiva bene chi l'avesse organizzata. Posso fare da portavoce, ma nessuno mi ha dato questo incarico ed è casuale che parli io».
La signora Soprani lamenta il fatto che il suo è l'unico allevamento colpito dalle proteste e che "oggi gli animali vengono fatti arrivare dagli Usa", voi cosa replicate? «Sì, è vero, in questo non posso che dare ragione alla signora: c'è un senso di ingiustizia, sono d'accordo. Ma la nostra è la strategia di chi ha poche armi. È vero che i cani vengono comprati da altre parti, ma in Inghilterra hanno già chiuso 4 centri di allevamento. Quindi il numero di questi cani nel frattempo diminuisce. In Inghilterra il più grande centro europeo che testa cosmetici e farmaci ha dimezzato le proprie sperimentazioni».
Sul vostro sito si parla di maltrattamenti agli animali nell'allevamento Morini. La signora replica che è falso, che "un allevatore non può maltrattare gli animali che sono il suo prodotto". «La magistratura - afferma Tettamanti - sta indagando. Che i cuccioli della Morini fossero in condizioni di maltrattamento lo dicono i rapporti della polizia che ha fermato quel camion. Ma ci sono altre irregolarità».
Vi riferite al furto (o alla liberazione) di un centinaio di cani dalla Morini nel bliz rivendicato dall'Alf? «È stata la signora a dire che i cani che le sono stati rubati non avevano né tatuaggio né microchip. L'animale per legge è una "merce", il tatuaggio è un numero di serie, come per gli elettrodomestici. Se i cani rubati non vengono tatuati è molto difficile dimostrarne il furto».
A che punto è la normativa nazionale rispetto alla sperimentazione sugli animali?
«Ci sono 8 proposteregionali di diverso tipo e 2 nazionali inerenti la sperimentazione sugli animali. Alcune sono leggi che porterebbero a modifiche parziali, ma molto grosse. Dal 2 agosto 2002 la legge della Regione Emilia Romagna è in vigore e la Morini non potrebbe vendere alle società di ricerca. La magistratura però sta indagando su un carico che la Morini ha tentato di vendere alle società farmaceutiche. Il Governo nazionale ha invece impugnato questa legge perché una regione non può legiferare sulla legge 116 che è la legge sulla sperimentazione sugli animali. La sperimentazione è nazionale, ma la tutela degli animali è regionale».
Al momento sulla vicenda sono in corso indagini da parte dei Nas di Reggio Emilia, delle Asl veterinarie e della guardia forestale che stanno indagando su quanto successo a Bolzano. Nel frattempo un giallo è legato alla vicenda. A Modena sono apparsi 5 beagle: l'Asl ha chiamato i carabinieri sostenendo che questi cuccioli potevano essere fra quel centinaio liberati alla Morini. L'autorità ha disposto un test genetico e li ha affidati a una volontaria del canile. Due notti fa qualcuno è entrato in casa della volontaria sfondando un vetro e ha portato via tutti e cinque questi cuccioli, per paura che il test genetico rivelasse la vera provenienza. «Hanno fatto un furto del furto – continua Tettamanti - e si sono scusati con una scritta sul muro: "Scusate, firmato Alf", il furto dei 5 cani a Modena, e la liberazione dei 99 cani dell'Alf».
Chi è stato? «Probabilmente sono stati veramente i gruppi legati all'Alf per timore che i cani tornassero alla Morini». La mobilitazione ora continua in rete.
ChiudereMorini.net chiede la chiusura dell'allevamento di cani destinati agli esperimenti scientifici
La vicenda dei cani di razza Beagle allevati in Emilia Romagna e destinati ai laboratori scientifici di mezza Europa è ormai nota. Ne parlano da qualche mese tg e giornali. Tutto è nato dopo che a Bolzano la polizia ferma un carico di 56 cuccioli di Beagle diretti ad Amburgo, provenienti dall'allevamento Morini di San Polo D'Enza, in provincia di Reggio Emilia.
Gli animali "da laboratorio" sono in cattive condizioni igieniche e avrebbero documenti di accompagnamento falsi. Su quest'ultimo punto la magistratura sta indagando, ma a quanto sembra i veterinari giunti sul posto hanno notato incongruenze fra l'età dichiarata degli animali e la documentazione. Da questo episodio nasce un movimento spontaneo sul territorio e anche online che mira alla chiusura della Morini per colpire, a livello più ampio, la vivisezione. O meglio la "sperimentazione sugli animali" come si dovrebbe chiamare più scientificamente.
Nel frattempo un furto di 99 cani dallo stabilimento di San Polo viene rivendicato dal Fronte di liberazione degli animali, l'Alf e la vicenda torna su tutti i quotidiani. Su internet invece la passione per i beagle è alimentata da una catena di Sant'Antonio via mail nella quale si offrono in regalo i cuccioli di una cagnetta prolifica.
L'interesse è alto quando nasce il sito ChiudereMorini.net che diventa punto di riferimento di varie associazioni animaliste. Un sito che non è piaciuto alla titolare dell'allevamento emiliano. Giovanna Soprani, vedova Morini, sentita telefonicamente, è infuriata ma molto disponibile a dire la sua. In seguito al movimento d'opinione, la principale fonte di guadagno della propria attività è messa in pericolo da una legge regionale che vieta in Emilia Romagna l'allevamento di animali destinati alla sperimentazione. Se la prende con gli animalisti e si chiede come mai è stata colpita soltanto la sua ditta, quando in Italia non è l'unica ad allevare animali e a rivenderli alle multinazionali farmaceutiche: «Lavoriamo dal 1953. Questa legge che ha fatto la Regione Emilia Romagna non è contro la vivisezione, ma serve solo ed espressamente per chiudere Morini. I nostri concorrenti che lavorano fuori dalla regione a 150 chilometri da noi continuano a fare il loro lavoro. Quello che ci salva in questo momento è la possibilità di venderli per la caccia e come animali da compagnia».
Signora Soprani, cosa pensa della sperimentazione sugli animali? «Intanto diciamo che la vivisezione non si fa dal 1932. È un termine che usano per fare leva sull'emotività della gente. Le ditte farmaceutiche e gli istituti di ricerca devono fare sperimentazione perché lo Stato glielo impone. Non possono mettere in commercio le medicine se non sono state provate sugli animali. In Italia esiste una legge che regola gli esperimenti sugli animali che è una delle più dure che ci siano. Nei laboratori e nei centri di ricerca di ricerca ci sono addirittura comitati etici che studiano il benessere degli animali. Questo però la stampa non lo dice».
Matteo Tettamanti è un consulente scientifico del Coordinamento per la chiusura dell'allevamento Morini, un chimico che cura la parte tecnico-scientifica nella documentazione sulla sperimentazione sugli animali: «ChiudereMorini nasce dall'opinione pubblica è un movimento spontaneo. Al punto che la manifestazione dell'8 dicembre era stata osteggiata dalle maggiori associazioni animaliste d'Italia, la Lav e altre: non si capiva bene chi l'avesse organizzata. Posso fare da portavoce, ma nessuno mi ha dato questo incarico ed è casuale che parli io».
La signora Soprani lamenta il fatto che il suo è l'unico allevamento colpito dalle proteste e che "oggi gli animali vengono fatti arrivare dagli Usa", voi cosa replicate? «Sì, è vero, in questo non posso che dare ragione alla signora: c'è un senso di ingiustizia, sono d'accordo. Ma la nostra è la strategia di chi ha poche armi. È vero che i cani vengono comprati da altre parti, ma in Inghilterra hanno già chiuso 4 centri di allevamento. Quindi il numero di questi cani nel frattempo diminuisce. In Inghilterra il più grande centro europeo che testa cosmetici e farmaci ha dimezzato le proprie sperimentazioni».
Sul vostro sito si parla di maltrattamenti agli animali nell'allevamento Morini. La signora replica che è falso, che "un allevatore non può maltrattare gli animali che sono il suo prodotto". «La magistratura - afferma Tettamanti - sta indagando. Che i cuccioli della Morini fossero in condizioni di maltrattamento lo dicono i rapporti della polizia che ha fermato quel camion. Ma ci sono altre irregolarità».
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A che punto è la normativa nazionale rispetto alla sperimentazione sugli animali?
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Al momento sulla vicenda sono in corso indagini da parte dei Nas di Reggio Emilia, delle Asl veterinarie e della guardia forestale che stanno indagando su quanto successo a Bolzano. Nel frattempo un giallo è legato alla vicenda. A Modena sono apparsi 5 beagle: l'Asl ha chiamato i carabinieri sostenendo che questi cuccioli potevano essere fra quel centinaio liberati alla Morini. L'autorità ha disposto un test genetico e li ha affidati a una volontaria del canile. Due notti fa qualcuno è entrato in casa della volontaria sfondando un vetro e ha portato via tutti e cinque questi cuccioli, per paura che il test genetico rivelasse la vera provenienza. «Hanno fatto un furto del furto – continua Tettamanti - e si sono scusati con una scritta sul muro: "Scusate, firmato Alf", il furto dei 5 cani a Modena, e la liberazione dei 99 cani dell'Alf».
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